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Marketing Academy.

Scegliere un'agenzia di marketing: tipologie, costi, pro e contro

In questo articolo molto approfondito risponderò a quella che è LA domanda che si fa ogni imprenditore di PMI e ogni manager nel momento esatto in cui si rende conto che bisogna fare impresa sul serio.

Senza marketing, non puoi costruire un brand. E senza brand non puoi far crescere alcuna attività con strumenti diversi dagli sconti e da una immensa rete commerciale. FRANCESCO GALVANI, CEO Di Deep Marketing

Se non costruisci un brand, ti viene a mancare dalle radici la possibilità di creare il cosiddetto “effetto leva”. Il senso più profondo del marketing in effetti è tutto qui: non solo aumentare le vendite a breve termine, ma soprattutto incrementare sul lungo termine margine, fatturato, soddisfazione del cliente e delle risorse, massimizzazione degli investimenti, ritenzione dei talenti migliori in azienda, clienti più leali e di qualità molto più alta. Fare marketing significa fare branding, e fare branding significa costruire un effetto leva. Piuttosto semplice, no?

Mi chiamo Francesco Galvani, e sono l’amministratore delegato dell’agenzia Deep Marketing. Il nostro scopo esula da quello delle normali agenzie e la nostra esperienza pure, visto che, come ex manager di multinazionali, siamo i primi in Italia a porci come un vero ufficio marketing in outsourcing estremamente flessibile, manageriale, e che abbatte drasticamente i costi tipici del personale interno. Questo è il punto cruciale, e mi sta molto a cuore.

Nelle prossime righe analizzerò per voi i pro e i contro di ogni forma di agenzia e “proto agenzia” di marketing e comunicazione, combinando aspetti di costo, servizio, utilità e consigli dovuti alla mia esperienza.

Nell’immagine che segue, una mappa ragionata dei tipi di agenzia e proto agenzia di cui parleremo.

Mappa agenzie
Mappa delle agenzie di marketing e comunicazione

Partiamo però da due domande classiche e che anticipano la scelta di un’agenzia di marketing.

La mia società può fare a meno del marketing?

È possibile vivere senza marketing, nonostante la premessa sull’importanza del marchio? La risposta sembrerà paradossale, ma sì. È sicuramente possibile. Ci sono piccole realtà storiche e consolidate guidate da imprenditori “vecchio stampo” che hanno un prodotto di estrema eccellenza e una rete commerciale capillare che gli assicura un flusso costante di ordini e clienti, e una certa sicurezza di mercato. Il marketing fa a cazzotti con queste realtà perché il titolare non ne avverte il bisogno, e non è nemmeno sensibile a orpelli come l’idea di brand. Queste aziende non hanno davvero “brand”, ma estensioni “parlanti” delle SKU. Sul breve termine stanno quindi benissimo senza marketing.

Il problema arriva nel tempo, quando compaiono concorrenti agguerriti che invece fanno marketing. Finché il concorrente è giovane e ha un prodotto medio, tutto ok. Ma quando il livello del suo prodotto si alza, l’azienda che possiede un marchio in costruzione e che investe in marketing, in una competizione di anni ruba quote di mercato alla società storica. Per ovvie ragioni: non dipende da clienti acquisiti e dai soli agenti. Ha un brand che “pulsa” e attira di vita propria nuovi clienti e nuove risorse.

In sintesi: sul breve e medio termine si vive senza marketing. Sul lungo termine e in un mercato in cui possono entrare nuovi concorrenti, no.

Mi conviene assumere persone che si occupano di marketing?

Avere risorse totalmente a propria disposizione e legate 8 ore al giorno a noi è sempre un’ottima idea, se esiste razionalità economica e organizzativa. Ma per una PMI non è quasi mai il caso. I conti non tornano e la gestione delle attività neppure.

Per due semplici ragioni:

  1. Anche la risorsa più junior ha un costo aziendale importante. Un marketing specialist con qualche anno di esperienza non può guadagnare meno di 1300 euro al mese netti. Che come costo aziendale diventano il doppio. A cui dobbiamo aggiungere tredicesima e quattordicesima, un computer, potenzialmente un ufficio, costi di staff e indiretti. Parliamo serenamente di almeno 3000 euro al mese nella migliore delle ipotesi. Per una risorsa di poca esperienza, altrimenti arriviamo al doppio. Con 3000 euro al mese possiamo avere un sacco di servizi da un’agenzia o da un ufficio in outsourcing come Deep Marketing!

  2. Anche la persona più competente, non ha competenza infinita. Il marketing moderno consta di uno tsunami di canali da gestire, media offline e online, montagne di operatività, linguaggi, competenze, toni di voce, software diversi, sensibilità differenti, competenze tra loro non compatibili o assimilabili. Non è realisticamente possibile attrezzarsi per avere una quantità “minima” di professionisti in casa e coprire tutti i canali di marketing necessari a un’azienda, per quanto piccola. Non basterebbero cinque persone, e comunque rimarrebbero buchi. Peggio: le competenze si devono adattare all’andamento del lavoro e al mercato, non l’opposto. E questo cambia rapidamente. Quindi è necessario variare spesso e in fretta le competenze e i ruoli in un ufficio marketing. Con delle risorse assunte questo è letteralmente impossibile, fatto salvo per le grandi società.

In sintesi: l’assunzione è una scelta sensata e consigliata solo se possiamo contare su molti professionisti differenti e allocare le loro ore in modo efficiente. Qualcosa di consentito solo alle grandissime realtà.

Siamo quindi onesti. Per una classica PMI o per un’azienda non gigantesca, è spesso insensato dotarsi di un ufficio marketing interno. Al massimo si può assumere un operativo junior o una persona che lavori nell’assistenza clienti. In alcuni rari ha senso un responsabile marketing interno, purché sia uno capace di sporcarsi le mani e scegliere bene i propri partner.

Eccoci quindi al punto di questa analisi.

Come si sceglie il partner? Nella figura di un’agenzia di comunicazione, di marketing, di un consulente o di una web agency?

Di seguito, la lista di cosa offre il mercato, partendo dalle “quasi” agenzie.

E il mercato è un caos, posso assicurarlo. Abbozzo quindi un elenco senza alcuna pretesa di esaustività, è solo la sintesi della mia esperienza di due decenni nella professione, sia lato cliente (per 15 anni) che lato fornitore (per 5 anni).

Agenzia nomade
Agenzia o nomade digitale?

Le "proto" agenzie

Partiamo dall’offerta più semplice e economica nel mercato: freelance, web agency, agenzie a performance e SMMA. Vediamo.

I collaboratori free-lance

Come ci aspettiamo, la definizione di freelance non è più complicata di quello che appare. Un freelance può gestire per voi un qualsiasi canale di marketing, dalla pubblicità su Google e Facebook, ai social network, l’e-commerce, un sito, la pubblicazione sui magazine, la pubblicità offline, addirittura le relazioni pubbliche o gli eventi.

Non sconsiglio questa forma di collaborazione, anche perché sarebbe ipocrita da parte mia, visto che il mio primo lavoro nella libera professione è stato proprio questo: fare il consulente. Ma è bene capire i limiti della cosa e che freelance scegliere: io avevo 15 anni di esperienza come manager quando mi sono messo in proprio, quindi mi proponevo come un digital marketing manager freelance, cioè trovavo tutti i collaboratori necessari alla società, li coordinavo, contrattavo, ed ero il trait d’union tra la società e altri professionisti, interagendo giornalmente con l’amministrazione e il CEO. Pur avendo diversi clienti, per ognuno di loro rappresentavo un capo funzione esterno.

Se volete scovare un freelance, vi consiglio esattamente questa strada: cercate un consulente esperto. Non avete le competenze per essere voi a trovare i professionisti di marketing, gestirli, comprendere la loro lingua, indirizzarli, valutarli. Avete altro da fare, un’azienda da seguire. Se pensate di risolvere la faccenda pagando alla bisogna solo chi vi gestisce le campagne digitali o il sito, siete fuori strada. Non funziona così.

Attenzione: super allerta!

Non cadete nella tentazione di pensare ingenuamente che un freelance costi meno di un’agenzia. Affatto! Se siete di fronte a un consulente dalla lunga esperienza, preparatevi a un cachet coerente. Scordatevi alberghi dalle tre stelle in giù, trasferte a sue spese, e non centellinate sul patto di non concorrenza, per cortesia. Vi si ritorce contro.

Se vi sembra assurdo, dovete ricordare il concetto di costo-opportunità del libro di economia. Il tempo del vostro consulente manager è tappato, è una quantità limitata. E all’aumentare della sua quantità di seniority, per lui è una perdita di soldi dedicare questo tempo a voi rispetto ad avere un bouquet di clienti. Mentre un’agenzia può ponderare il costo su più professionisti di diversi livelli, e essere più flessibile. Dovete fidelizzarlo.

Io stesso ero pagato molto di più come consulente che nel fornire gli stessi servizi tramite la mia agenzia. Ed è normalissimo. Per quanto siamo attenti al cliente e gli diamo un manager dedicato, il tempo dato da un’agenzia è molto meno “scarso” di quello dato da un singolo consulente fidelizzato e dedicato.

Le agenzie web (web agency)

Il passo successivo naturale per molte aziende è quello di sostituire un freelance con una forma alternativa di freelance sotto un altro cappello, cioè l’agenzia web, la “web agency”. Sono attraenti perché vi promettono di gestire “solo il marketing che serve” (cioè pubblicità digitale e poco altro) e in genere costano poco, sui 1000-1500 euro al mese se sono agenzie normali, molto di più se sono legate a un nome famoso.

Con le web agency classiche abbiamo due grossi problemi:

  • Non è vero che nel 2022 il marketing può limitarsi a “pubblicità digitale e poco altro”, magari fosse così semplice. Un’agenzia deve potervi accompagnare in tutta la mezzaluna dei canali di marketing, e sono decine e decine, pena perdere mercato. Altrimenti vi ritroverete col solito tizio che sa usare solo un martello e vi convince che vi possa creare una casa con quello. Anzi, pure disegnarla.

  • Troppe agenzie web in Italia puntano sul fattore “personal brand” di uno o più dei fondatori. Per qualche bizzarro motivo, si è diffusa l’idea che le aziende debbano pagare per avere personaggi, e non professionisti. Quindi i primi inondano le pubblicità con i loro faccioni, fanno mille conferenze, corsi, interviste, pagano articoli (qualcuno ha parlato di “Forbes”?) per farsi definire i nuovi guru. E voi gli credete, vi fate spennare, e vi ritrovate alla fine del mese con un cerino.

Non significa che la web agency vada esclusa a priori. Sia mai! Ma va intesa con cervello e cercando con un po’ di sale in zucca le realtà serie, quelle in cui i professionisti sono competenti – basta valutare il loro profilo su LinkedIn e la qualità della loro comunicazione. E – per l’amor di Dio – stando distante da quelle in cui vi arriva prima la faccia del fondatore rispetto ai servizi offerti e alla professionalità.

Una nota importantissima sulle web agency è che si tende a far ricadere in questa definizione anche quelle che sono grosse società di sviluppo software estese ad alcuni canali di marketing. Inutile sottolineare l’ovvio: non centrano nulla con le agenzie web di cui abbiamo discusso in questo capitoletto, c’è solo una somiglianza nel nome.

Queste sono spesso aziende che fatturano svariati milioni di euro con fior di programmatori, account, sale riunioni, uffici di rappresentanza. Di mestiere creano programmi e gestionali, e incidentalmente alcuni di questi programmi sono portali, siti web, strumenti di marketing. Quindi ci infiocchettano sopra altri servizi. Conosco bene la faccenda perché durante l’università ho collaborato con una di queste, e col senno del poi assomigliano più a imprese tradizionali e strutturate che a marketing agency.

Il mio consiglio è di non escluderle a priori, anche se il costo può essere a volte tutt’altro che contenuto e non si tratta davvero di “esperti nativi di comunicazione”. Ma è sempre positivo conoscere dei player seri.

Le SMMA - Social Media Marketing Agency

Animali molto bizzarri ma di cui si parla molto, le SMMA – cioè le agenzie web specializzate in social media – vengono spesso presentate come la soluzione di ogni male. Promettono crescite dei follower, visibilità a pochi euro, gestione social, e magari qualche campagna pubblicitaria. Fanno gola perché sono economiche e non richiedono un grosso investimento di budget media (cioè soldi da mettere nella pubblicità), visto che basta teoricamente pagare il team dell’agenzia per far crescere la visibilità.

Ahimè, è solo un bel sogno. Il 90% delle SMMA sono composte da ragazzini che hanno trovato il modo di arrotondare vendendo servizi che fanno gola al mercato. Ma con qualità spesso inaccettabile, e talvolta pratiche non totalmente pulite, come l’acquisto di follower. Il cancro vero è però più a monte: questi ragazzi sono prima di tutto vittime di furbastri che si sono fatti da loro ben pagare per un corso al limite della truffa, con ricette preconfezionate, template di serie B e prontuari da applicare per gestire l’attività sui social network. Non c’è competenza o insegnamento del mestiere, solo la trasmissione meccanica di modalità qualitativamente disdicevoli di lavoro, post e campagne pubblicitarie copia-carbone, spesso esteticamente sgradevoli.

Nessuna strategia di marketing basata solo sui social network può funzionare. Non c’è alcuna prova in letteratura, e l’esperienza di qualsiasi marketing manager vi confermerà la gravità di questa illusione.

In generale, consiglio di stare distanti dalle SMMA. Così facendo potreste per assurdo aiutare tante persone, togliendo soldi a modalità spregevoli di sfruttamento di ragazzini, che a loro volta spesso decidono di abbandonare gli studi con l’illusione dell’arricchimento facile in un’agenzia di questo tipo.

Le agenzie a performance

Effettivamente in cima alla piramide alimentare delle “proto-agenzie” quanto ad allure stanno delle organizzazioni specializzate in quello che viene chiamato “performance marketing”. Fuori dai paroloni, l’idea è molto lineare: non si occupano davvero di marketing – che, ricordo, consiste principalmente nel creare brand e effetto leva – ma di procurare vendite e liste potenziali clienti a breve termine, e con modalità più o meno riproducibili.

Qui la faccenda è troppo complicata per un solo capitolo, ne riparleremo. Ma vi basti sapere che si tratta di società a volte piuttosto importanti e con fatturati da milioni di euro, che grossomodo si dividono in due gruppi:

  • Quelle che vi creano un sito ottimizzato per il traffico locale e l’indicizzazione su Google per la vostra zona, e magari vi gestiscono qualche campagnina a supporto e gestione minimale social.

  • Quelle che vi portano potenziali clienti oppure sono espressamente concentrate solo sul farvi crescere le vendite nel vostro shop online.

Tra questi due gruppi cambiano gli strumenti, ma l’obiettivo è identico: prettamente commerciale.

Sulla carta sembra tutto ciò che serve a un’azienda per vincere la battaglia nel mercato, all’atto pratico manco per sogno. Sia perché queste realtà sono costrette a lavorare su grandi numeri e non possono dedicarvi grossa attenzione, di fatto usando con voi meccanismi standard. Sia perché c’è un motivo se esiste il marketing ed è ben differente dal lavoro commerciale. Attività orientate al breve termine tendono nel tempo a portare contatti e clienti di serie B, con più attenzione per la qualità che per la quantità.

Nella mia esperienza, prima o poi un’azienda capisce che tutto sommato non ha bisogno di tanti clienti, ma di OTTIMI clienti. Clienti che non facciano perdere tempo, ben profilati, che già conoscano il marchio, che non negozino, che non “rompano”. Perché fidelizzati a priori dal marchio (dal lavoro di marketing), quindi leali, fedeli, che danno ottimi margini, con cui creare lunghe relazioni proficue.

Le agenzie “a performance” in questo sono oneste: promettono di portare clienti e contatti. Fine. Non è loro interesse e non sono strutturate per la qualità di questi contatti e farvi crescere il marchio. La loro filosofia è chiara. Di fatto, sono dei commerciali prestati a canali digitali, più che marketer.

Manager
Quanto dell'iconografia dei marketing manager è ancora vera?

Le agenzie classiche

Molto bene. È il momento di occuparci delle agenzie classiche, quelle da manuale.

I comunicatori "verticali"

Un tipo interessante di agenzia marketing è la cosiddetta “agenzia di comunicazione”, o “agenzia creativa verticale”. Avendo lavorato moltissimo nel settore del fashion, ne ho conosciute parecchie. Parliamo di solito di realtà molto strutturate e sempre con parecchi anni di attività alle spalle.

E spesso, dannatamente costose.

Si tratta di gruppi di professionisti piuttosto scafati e verticalizzati in un particolare mercato e in particolari canali. Come ho accennato, nella moda sono molto presenti e rappresentano una grossa fetta del mercato perché si ritiene che in questo settore servano competenze molto specifiche e eterogenee rispetto ad altri mercati. Questo è vero, ma solo parzialmente.

Cosa è vero: la moda è “immagine”, quindi la capacità estetica e di padronanza dei messaggi visuali contemporanei è gran parte del mestiere, basti pensare a cosa significhi organizzare uno shooting fotografico, dalle modelle ai fondali, al tipo di foto e significato degli scatti. Un’agenzia deve saperlo fare, caso chiuso.

Cosa non è vero: tutto questo è ormai valido per quasi ogni prodotto di consumo B2C. Le necessità in termini di comunicazione dei differenti mercati sono molto più vicine tra loro di quanto si pensi. Per questo non sono un grande fan dell’approccio di chi si “incapsula” in un solo settore, perché lo trovo poco fertile, rischioso per il business dell’agenzia stessa perché diventa vittima dei cicli economici, e incapace di trasferire innovazione attraverso i mercati, uno dei ruoli di chi fa marketing.

Un caso esemplare: di recente abbiamo lavorato con un importante brand di accessori per cellulari e computer. Assicuro che le competenze che abbiamo sfruttato nel team di Deep Marketing e i risultati del lavoro sono equivalenti a quel che sarebbe potuto accadere se avessimo lavorato per un marchio di moda. Dal servizio fotografico, alla scrittura di contenuti, alla pianificazione pubblicitaria, all’ossessione per la resa visiva. Stesso processo.

Capiamoci: qui ho fatto l’esempio della moda, ma vale per molti settori. Esistono agenzie di comunicazione specializzate per il tech, per il food, per l’educational, per il design. Ovunque ci siano un grosso mercato importante, avrete un tipo di agenzia di comunicazione verticale. Che si farà ben pagare per la suddetta specializzazione.

Condivido con voi un fatto curioso: il costo per il cliente di società di comunicazione verticale è correlato, ben più delle altre società di questo articolo, alla sua posizione geografica. Un’agenzia di comunicazione specialistica di Milano o Roma costerà notevolmente di più di una di Parma o Viareggio. Le motivazioni dipendono solo superficialmente dal diverso costo della vita e degli stipendi. In verità, hanno a che fare con il supposto prestigio e i relativi potenziali contatti legati a certe location. Ho sempre trovato tutto questo bizzarro: se in effetti ha molto senso pagare di più una società di relazioni pubbliche – vedi sotto – ben inserita, a che serve ricoprire d’oro un’agenzia di comunicazione che di mestiere fa altro?

La spiegazione in verità la sappiamo tutti, e dobbiamo ammetterla a noi stessi, se siamo onesti intellettualmente. Come è facile farsi abbagliare dalla nomea del fondatore di una comunissima web agency, così non siamo davvero insensibili allo scintillio delle località prestigiose, specie per agenzie che già di loro puntano tutto il loro valore sull’essere associati settori di mercato speciali. Très chic!

In sostanza: se intendete affidarvi a questi attori, non fatevi abbagliare da location, città, e specializzazione urlata. Parlate con ex clienti delle stesse e verificate se in effetti l’agenzia in questione sia attenta alle necessità del cliente, sappia personalizzare strategia e creatività, sia presente, non sia inutilmente burocratizzata. Poi valutate.

I PR

Un tipo speciale di agenzia di comunicazione sono gli studi di Relazioni Pubbliche. Definizione spesso misteriosa, hanno all’attivo professionisti perfettamente inseriti nel segmento di mercato in cui operano e in contatto con giornalisti, influencer, VIP, stakeholder. Questo consente loro di dare visibilità ai propri clienti attraverso una costante attività di semina – seeding – e relazione con questi attori. Ci sono ovviamente scambi economici, nessuno ti dà visibilità gratis. Ma un’ottima agenzia di PR fa la differenza e ti permette di arrivare dove la sola pubblicità potrebbe non portarti.Le società di Public Relation sono a mio avviso le uniche agenzie di comunicazione che possono lecitamente definirsi “verticali in un certo mercato”, semplicemente perché le loro relazioni sono investimenti a lungo termine indirizzati in settori specifici. Deep Marketing, ad esempio, ha una partnership assolutamente esclusiva e preziosa con professionisti PR specializzati nella tecnologia e nella cura della persona. Mentre alcuni servizi meno verticali sono gestiti direttamente dal nostro team.

Punto ancora più interessante: spesso le agenzie di PR si occupano dell’organizzazione di eventi. Qualcosa che fa paura a molte società per i costi molto alti e per il rischio fallimento. Ma è qualcosa di necessario, specie nell’epoca post-Covid, quando le persone stanno sentendo di nuovo il bisogno di aggregarsi. Niente sostituisce l’emozione e il legame umano del “faccia a faccia”.

Se la vostra agenzia di marketing non offre un servizio di PR – offerto direttamente o in partnership – dovete quasi certamente trovare da soli qualcuno che vi supporti in questo senso, soprattutto se vi occupate di business B2C. Il marketing vero è fatto anche di Public Relation.

Le agenzie di marketing "tout court"

E veniamo alla fine della nostra attraversata, concludiamo con le società di marketing pure. Eredi delle mitiche agenzie di Madison Avenue di New York. Dove si respira content, art direction, creatività assoluta, qualità somma, whisky e nevrosi. Il loro DNA è pressoché lo stesso nelle varie versioni, quel che cambia è solo l’impostazione nella relazione col cliente e il costo, che a sua volta è correlato alla loro fama e alla seniority dei loro professionisti.

Si occupano per voi di tutto. Ogni servizio e canale possibile nel marketing e nella comunicazione.

Paradossalmente, gran parte di loro non ha fatturati stellari. Spesso molto più contenuti, ad esempio, delle società “a performance”. Ma questo non deve ingannarvi: il motivo è la cura che danno a pochi e specifici clienti. Un’agenzia di marketing vera e propria è infatti capace di gestire a 360 gradi ogni-singolo-canale di marketing, la maggior parte dei linguaggi, dei media, delle creatività e delle tecnologie. Si tratta di un mestiere di diversi gradi maggiori di complessità rispetto agli attori visti nel precedente capitolo, ma è qualcosa di necessario per garantire un servizio totale al cliente.

Se Deep Marketing non definisce a priori con i propri clienti un contratto di copertura per specifici canali – il che significa che in poco tempo possiamo passare da una semplice campagna online a una strategia da centinaia di migliaia di euro su più media – molte società di marketing sì. Perché l’accordo col cliente è sempre votato a uno specifico progetto, in modo più o meno esplicito.

La grandissime, eccellenti e costosissime società di marketing come Leo Burnett o Ogilvy possono ad esempio fare tipicamente accordi di creatività pubblicitaria e gestione media visuali. Ficcandosi sul fronte PR o di media planning solo con una esplicita revisione del processo e del contratto col cliente, e di sicuro dopo una specifica analisi. Questo perché bisogna modificare la strategia, le persone coinvolte e gli account col cliente. E lo stesso vale per molte società più piccole, che seguono il modello fatto di 1) progetto, 2) account col cliente, 3) team specifico dedicato.

I costi delle agenzie di marketing hanno un range praticamente infinito. Da 1500-2000 euro al mese a 200 mila. Proprio perché coprono tutti i canali e gli scenari possibili.

Mappa delle agenzie di marketing e comunicazione


Mappa delle agenzie di marketing
Mappa delle agenzie di marketing

Deep Marketing

Deep Marketing è una vera agenzia di marketing del gruppo appena visto, ma ha una visione diversa, semplicemente perché non arriviamo dal mondo delle agenzie, ma della managerialità aziendale. I nostri clienti non hanno a disposizione un “account” e un progetto, ma un project manager esperto e un ufficio esterno. Il project manager sarà quindi il primo a consigliare, come consulente, di ampliare o ridurre canali di comunicazione, spese, criteri di analisi e tipi di creatività e contenuto da produrre. E, in caso di assenso, sarà sua cura sfruttare le risorse adatte dell’agenzia.

Rapidamente, con un adeguamento quasi istantaneo e fluido del costo per il cliente.

Si tratta di approcci filosofici diversi. Io ho voluto dare alla mia agenzia quel che chiedevo ai miei fornitori quando ero dal lato del cliente. Ovviamente questo significa che dobbiamo essere “molto bravi” a organizzarci rapidamente, ad avere professionisti che coprano l’intero scibile dei canali di marketing, a tenere traccia del lavoro, e a mantenere una relazione profonda col cliente ma senza farci vampirizzare, come capita sempre quando si creano legami importanti e di reciproca fiducia. Ma sono sfide che ci siamo posti da subito, e che teniamo sotto controllo. Altri non hanno queste incombenze, ma non significa che sia la scelta migliore per il mercato.

Per questo i nostri servizi coprono ogni necessità di marketing: branding, strategia, pubblicità online e offline, social, immagine coordinata, spot, eventi, shooting, PR, pianificazione, ufficio stampa, sviluppo app, siti e e-commerce, content management, mentoring, growth hacking, design di spazi commerciali e negozi, supporto strategico alla scelta di location, formazione normale e finanziata.

I nostri manager e professionisti sono in costante formazione e valutazione. Il nostro modello continua ad evolversi, così come il nostro testing e adozione di piattaforme tecnologiche allo stato dell’arte. Ad esempio di recente abbiamo attivato partnership per far vendere i nostri clienti tramite Alibaba in Asia e per gestire finanza agenvolata nella forma di corsi, equity e credito alle imprese.

Se vi interessa fare quattro chiacchiere per capire meglio il modello e come possiamo aiutarvi, potete compilare questo modulo contatti senza alcun impegno.

Come si può notare, amo e amiamo parlare del nostro lavoro!

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