Secondo Barclays, le due principali vittime dell’iper-inflazione sono i vestiti e i ristoranti. Le persone si stanno adattando alla rincorsa a prezzi sempre più alti tagliando in particolare su queste due specifiche categorie di mercato.

Chi si occupa di fashion e non appartiene al ramo del lusso si è già accorto di questo trend da mesi. Per i ristoranti la faccenda è meno evidente perché alcuni stanno ancora vivendo dei benefici storici della fine dei lockdown e delle restrizioni, con le persone che ancora hanno voglia di uscire la sera e mangiare fuori. Ma le dinamiche inerziali non lasciano scampo.

Ma non finisce qui.

Barclays nota che la pandemia e la crisi economica hanno creato due gruppi distinti di individui: chi ha mantenuto il lavoro e sta tagliando sulle spese non essenziali per adattarsi all’inflazione; e chi l’ha perso o è stato pesantemente ridimensionato nel suo stipendio. Per questi ultimi il periodo è particolarmente difficile perché, anche facendo economia, faticano a mantenere un tenore di vita dignitoso.

Non a caso, Citizens Advice in UK (un’organizzazione di supporto a chi ha difficoltà) ha riferito che nel 2023 il numero di clienti che hanno richiesto l’intervento dei banchi alimentari e l’assistenza è aumentato di molto rispetto agli anni precedenti. Certamente l’Inghilterra soffre anche degli effetti post-Brexit. Ma la situazione appare simile in tutta Europa e in America del Nord.

Alcune delle strategie più interessanti di adeguamento al costo della vita sono:

  • Tagli netti agli investimenti per la casa, migliorie, adeguamenti, mobili, accessori.
  • Preferenza per versioni a basso prezzo dei prodotti tradizionali.
  • Un grosso investimento di tempo nella ricerca di sconti, in particolare sulle attività relative al tempo libero.