Da un’analisi di centinaia dei migliori annunci di Google Ads, emergono tra loro alcune caratteristiche comuni. Tra queste:

  • Le parole più comuni sono: “il tuo”, “gratis”, “adesso”, “ottieni”, “online”, “il nostro”, “risparmia”, “il migliore”, “spedizione”, “tu”.
  • Le Call to Action hanno soprattutto varianti di “ottieni”, “compra”, “prova”, “impara”, “costruisciti”, “iscriviti”, “scopri”, “clicca”.
  • A differenza di quanto propongono i guru del marketing (cioè di focalizzarsi sui “pain points”) e coerentemente con quanto suggeriamo da sempre ai nostri clienti, i messaggi più efficaci sono soprattutto neutri o positivi. Solo il 2% ha elementi di negatività.
  • Gli ad più efficaci tendono a non ripetere le stesse parole.
  • Hanno molti punti esclamativi e virgole. Pochissimi punti di domanda e riferimenti limitati al segno della valuta.
  • Apparentemente non usano molto la tecnica del keyword insertion. Meno del 10% degli annunci sfrutta questa nota tecnica.
  • Solo il 30% degli annunci branded usa simboli di trademark. Che diventa ininfluente negli ad non-branded.
  • I numeri (prezzi, riferimenti, dati) sono usati da meno del 40% degli annunci.
  • Usando la scala di Fleish-Kincaid è possibile stimare il livello di difficoltà degli annunci. Si aggira intorno alle abilità di un quattordicenne. Come molti libri fiction.
plasma e neurone

Grazie.

Ti ringraziamo per aver esplorato uno dei principi scientifici del marketing, sintetizzato e semplificato per te dall’agenzia Deep Marketing. Puoi scoprire le altre evidenze nella sezione “principi scientifici” del sito di Deep Marketing.

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